Biodiversità - Agricola Piemonte
Specie
Capra Hircus
Cenni storici
La razza Roccaverano ha origini meticce, probabilmente derivanti dalla capra Alpina. La presenza documentata dal 1925 di allevamenti Stellini, di razza maltese, in Piemonte, suggerisce che questa razza possa aver contribuito alla formazione della capra di Roccaverano. È considerata una razza autoctona delle colline dell'Alta Langa Astigiana, dove era un tempo la razza caprina prevalente.
Nel corso del Novecento, la capra di Roccaverano ha visto un progressivo declino a causa dello spopolamento rurale e dell'introduzione di razze più produttive, come la Saanen e la Camosciata, in seguito all'intensificazione dell'allevamento caprino negli anni '80 in Piemonte. Negli anni '90, inoltre, l'introduzione della CAEV (Caprine Arthritic Encephalitis Virus) ha avuto un impatto significativo sulle produzioni di latte e sulla salute dei capretti. Tuttavia, dal 1997 sono state attuate misure di selezione e profilassi, come la separazione dei capretti dalle madri infette, contribuendo così a eradicare la malattia e a preservare la razza.
Situazione attuale
Oggi, la capra di Roccaverano è una razza allevata in numero limitato. Attualmente sono censiti circa 2.618 esemplari, un dato che riflette sia gli sforzi di conservazione sia le difficoltà legate alla pastorizia tradizionale. Nonostante ciò, grazie all'attenzione crescente verso la biodiversità e i prodotti tipici, si è osservato un significativo incremento della popolazione della razza, che è aumentata quasi quattro volte dal 1999 ad oggi. Tuttavia, il numero di capi attualmente registrati potrebbe essere influenzato da imprecisioni, poiché l'iscrizione a registro anagrafico include anche animali di origine incerta, considerando la variabilità morfologica della razza.
Caratteristiche zootecniche
La capra di Roccaverano è tipica della zona della Langa Astigiana e Cuneese. Gli allevamenti possono essere di piccole dimensioni (3-4 capi) o di media entità (20-25 capi), con allevamento stanziale che si basa su pascoli poveri, integrati con fieno, specialmente durante l'inverno o la sera. La razza è apprezzata per la sua rusticità e capacità di adattarsi bene all'ambiente.
La capra di Roccaverano ha una marcata attitudine alla produzione di latte. Nei primi mesi di vita, il latte viene utilizzato per l'allattamento dei capretti, mentre successivamente è destinato interamente alla produzione di formaggio.
Caratteri morfologici descrittivi
La capra di Roccaverano si distingue per la sua taglia medio-grande e una struttura corporea ben equilibrata. L'altezza al garrese è di circa 83 cm nei maschi e 75 cm nelle femmine, con un peso medio di 69 kg per i maschi e 52 kg per le femmine. Il mantello è generalmente lungo, ma talvolta può essere corto, e la colorazione varia: policroma, uniforme, pezzata o screziata. È comune la presenza di due strisce bianche che partono dalla regione sopraciliare fino alle labbra, così come la colorazione bianca delle estremità degli arti.
I capretti alla nascita spesso presentano una stria scura lungo la schiena, che tende a scomparire con l'età. La pelle è elastica e fine. La testa è piuttosto robusta con profilo rettilineo e, generalmente, la razza è priva di corna. Le orecchie possono essere orizzontali o verticali, mentre la barba è presente sia nei maschi che nelle femmine. Il collo è di media lunghezza, e circa il 50% delle capre ha la presenza di tette evidenti. Il tronco è allungato e ben proporzionato, con diametri trasversali contenuti. Gli arti sono robusti e ben strutturati per il pascolo.
Caratteristiche produttive
La capra di Roccaverano è principalmente destinata alla produzione di latte. La lattazione dura in media 7-8 mesi, con una produzione annua di circa 300-400 litri di latte per capo e una resa giornaliera di circa 2 litri. Il latte presenta un contenuto di grasso medio del 3,30% e una percentuale di proteine del 3,05%. La trasformazione del latte avviene principalmente in azienda, dove viene prodotto il formaggio Tometta di Roccaverano, un formaggio a Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) dal 1996, riconosciuto con il Regolamento CE n. 1263. Il formaggio ha una forma piccola e fresca, con un peso di circa 400 grammi. La carne di capra proviene principalmente dai capretti, che vengono macellati tra 1 e 1,5 mesi, con un peso di circa 10-12 kg. La carne, seppur apprezzata, è un prodotto complementare rispetto alla produzione casearia.
Modalità di conservazione in situ o on farm
La razza di capra Roccaverano è iscritta al
Libro genealogico delle razze caprine ed è parte di un programma genetico di conservazione volto a tutelare la biodiversità e le sue caratteristiche morfologiche e produttive. Il Registro Anagrafico è gestito dall'Associazione Provinciale Allevatori di Asti, che monitora la popolazione e promuove iniziative per la sua conservazione. Inoltre, la razza è rappresentata nell'ASSONAPA (Associazione Nazionale della Pastorizia), che coordina il miglioramento genetico delle razze autoctone italiane.
La capra di Roccaverano beneficia anche di misure di sostegno nell'ambito dei
Piani di Sviluppo Rurale (PSR), finalizzate alla conservazione delle razze locali a rischio di estinzione. In futuro, sarà necessario migliorare i criteri di valutazione morfologica per individuare gli esemplari che meglio rispecchiano la tipologia autoctona tradizionale.
Contatti
Associazione provinciale allevatori di Asti
Via Guttuari, 41 - 14100 Asti
Tel: +39 0141 530690
Comunità montana Langa Astigiana-Val Bormida
Via Roma, 8 - 14050 Roccaverano (Asti)
Tel: +39 0144 93244
Associazione Nazionale della Pastorizia (ASSONAPA)
Viale Palmiro Togliatti 1587 - 01155 Roma
Tel: +39 06 409001
Fax +39 06 40900130
E-mail: tecnici@assonapa.com
R.A.R.E., (J.Errante)
C.so Agnelli, 32 - 10137 Torino
Tel: +39 011 6708580
Fax +39 011 4373944
E-mail:
info@associazionerare.it
Bibliografia di riferimento
- Associazione R.A.R.E. (n.d.). Ovini. Recuperato il [data di accesso], da https://www.associazionerare.it/ovini/
- Assonapa (n.d.). Programma genetico. https://www.assonapa.it/caprini/programma-genetico
- Bigi, D. e Zanon, A. (2008). Atlante delle razze autoctone. Edagricole.
- Buzzanca, D., Giordano, M., Chiarini, E., Ferrocino, I., Cocolin, L., Zeppa, G., Alessandria, V. (2025). Delving into Roccaverano PDO cheese: A comprehensive examination of microbial diversity and flavour profiles compared to non-PDO cheeses. International Journal of Food Microbiology, 429. https://doi.org/10.1016/j.ijfoodmicro.2024.111014.
- Commissione Europea (2023. Politica agricola comune (PAC). https://agriculture.ec.europa.eu/common-agricultural-policy/cap-overview/cap-glance_it
- Disciplinare di Produzione della Robiola di Roccaverano (1979, 2010). Disciplinare di produzione della Denominazione di origine del formaggio "Robiola di Roccaverano". Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
- Ministero della Salute. (n.d.). Statistiche sul patrimonio ovicaprino in Italia. Vetinfo.
https://www.vetinfo.it/j6_statistiche/#/report-list/20 Pittavino, M., Ferreri, L., Giacobini, M., Bertolotti, L., Rosati, S., Venturino, E. (2014). A CAEV epidemiological model for goat breeding, Applied Mathematics and Computation,
227, 156-163.
https://doi.org/10.1016/j.amc.2013.11.030.
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